mercoledì 3 dicembre 2014

Il dott. Causin mi ha fatto una vertebroplastica sulla L2


non è la mia schiena
(aggiornato il 4.12.14) Lunedì mattina, 1 dicembre 2014, il dott. Francesco Causin, responsabile del Reparto di Neuroradiologia dell'Azienda Ospedaliera di Padova, mi ha effettuato una vertebroplastica sulla L2 affetta da una recidiva da carcinoma gastrico. Ecco un filmato breve sulla vertebroplastica che spiega in maniera spiritosa e con musichetta come opera il neuroradiologo interventista http://youtu.be/cI9Z1tqmgks. Il filmato è un po' ingannevole, restare un'ora prono su un letto operatorio, sveglio, non è smplice. Per eseguire l'intervento è stato necessario abbinare un posto letto in day hospital con la disponibilità della sala operatoria. Questa combinazione si è verificata lunedì, una precedente combinazione era saltata. Si dice che un letto in day hospital costa 350€, mentre uno in hospital 650€. Mi sono presentato lunedì mattina 24 novembre, alle ore 8.00 a digiuno, nel reparto di oncologia seconda al secondo piano della radioterapia dello IOV. Esami del sangue ed elettrocardiogramma. Alle ore 10 vengono due portantini che mi portano in ambulanza fino al reparto di neuroradiologia, ubicato a 300 metri.
Quando arrivo un medico mi dice che devo aspettare un'ora, ma alla fine diventano tre. Giustamente il dott. Causin ha dato la precedenza all'intervento su un bambino (non era una vertebroplastica), sono un volontario dell'Associazione Invecchiamento Attivo e Solidarietà Intergenerazionale (IASI). Entro in sala operatoria alle 13 ed esco alle 14. Vengo trasferito in una barella ed attendo i portantini, due simpatiche donne che cercano di farmi sentire il meno possibile gli scossoni lungo il tragitto. Arrivo nel mio letto alle ore 15, di mangiare non si parla. Devo restare 4 ore disteso, poi posso andare in bagno da solo. Mi sento fiacco perche a digiuno dalla sera prima; sappiamo tutti che i gastrectomizzati dovrebbero mangiare spesso e poco. Alle ore 18 posso recarmi in bagno da solo, ho mal di pancia, forse la vescica. Arriva poco dopo un gruppo di giovani studenti di medicina con un'unica specializzanda. Uno di questi vuole visitarmi, lamento mal di pancia, dopo aver palpato e auscultato con il fonendoscopio, dice che non ho nulla. Non so che anno frequentasse, ha dimostrato iniziativa. Scoprono che sono un paziente oncologico esperto e alcuni cominciano ad innervosirsi alle mie domande. Mi adeguo alle loro richieste.
Alla sera a causa dei dolori non riesco a mangiare. Per fortuna che verso le 20 una brava infermiera, Valentina, dopo aver sentito una specializzanda mi dà 20 gocce di tramadolo cloridrato (Il tramadolo è un farmaco antidolorifico oppioide, che appare strutturalmente e farmacologicamente simile al farmaco antidepressivo venlafaxina), precedentemente avevo preso solo 1 g di tachipirina.
La domanda che mi fanno gli aspiranti medici è: in una scala da 0 a 10, quant'è il suo dolore? Rispondo: 3,5. Riporto la scala del dolore, così la prossima volta sarò più preparato.
Ora che ho fatto la vertebroplastica, trovo sul Corriere della Sera del 13 settembre 2009, questo articolo. Fratture della colonna -  Due studi smentiscono a sorpresa la fama di un metodo diffuso. Per le vertebre inutile il cemento
Stessi esiti di un finto intervento: dolore e fragilità restano Rischi La vertebroplastica finora è stata molto praticata, nonostante non sia esente da limiti e rischi. Speriamo bene!!!
Dopo aver inserito nel Forum dei gastrectomizzati questo scritto, Rosie mi segnala il post dal titolo "MAI PIU' E MAI POI" inserito il 26 febbraio 2011 da Anna Lisa Russo, una cancer blogger che racconta la sua dolorosissima vertebroplastica su L1. Anna Lisa è "passed away" il 4 ottobre 2011 nel reparto di cure palliative dell’ospedale di Livorno. I parenti e amici hanno creato l’associazione ONLUS Annastaccatolisa per dare un senso al grande moto di commozione che ha provocato la storia di questa giovane donna e contribuire, per quanto possibile, a trasformare il dolore in un progetto che lei avrebbe condiviso: raccogliere fondi per istituire borse di studio e finanziare progetti di ricerca dedicati in modo specifico a quel genere di tumori mammari definiti tripli negativi, per i quali ancora non si dispone di terapie mirate ed efficaci, come la storia di Anna Lisa ha purtroppo dimostrato.



2 commenti:

  1. Da Linee guida per la Cementoplastica Vertebrale (CV)
    (vertebroplastica e cifoplastica). La procedura mini-invasiva di CV include la vertebroplastica (VP) e la cifoplastica (CP)
    La VP è una tecnica che consiste nell’iniezione percutanea intrasomatica di
    cemento osseo radiopaco, solitamente polimetilmetacrilato (PMMA) sotto
    controllo fluoroscopico (utilizzando come apparecchiatura un angiografo
    digitale) o sotto controllo TC [1-2], attraverso un ago posizionato in un corpo
    vertebrale, al fine di determinare una stabilizzazione meccanica delle
    microfratture vertebrali, con o senza ripristino dell’altezza del soma, e
    conseguente riduzione o scomparsa della sintomatologia dolorosa.
    Il ripristino della “fisiologica” altezza del corpo vertebrale in molti casi non può
    essere realizzato con la sola semplice VP. Per ottenere un recupero in altezza
    del corpo vertebrale fratturato con riduzione della cifosi conseguente al collasso vertebrale, è consigliabile la CP che consiste nel posizionamento di un dispositivo intrasomatico espandibile dedicato con pallone o sistema metallico , con successiva iniezione del cemento nel soma [3-10].

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  2. Martedì mattina mentre ero ricoveraro nel reparto di oncologia 2 dello IOV, ho conosciuta l'infermiera Luisa, il cui volto mi sembrava noto...è la sorella gemella omozigote di Lucia che lavora presso la piastra endoscopica...sono due bravissime infermiere...

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