giovedì 9 gennaio 2014

Che bello ricevere l'abbraccio e un bacio dall'oncologa



"La persistenza della memoria" di Salvador Dalì
Riporto, con il suo permesso, la commovente storia di una carissima compagna di avventura, tratta dal forum "Vivere dopo un cancro allo stomaco (si può!), coordinato da Rosie Fiorino. Ha intitolato il racconto diversamente da me: "Dilatazione del tempo". In effetti quando sei sotto chemio il tempo non passa mai!! Quel titolo mi ha ricordato la Teoria ristretta della Relatività di Albert Einstein. Ho così commentato la sua storia, piena di sentimenti ed emozioni: Carissima, per sdrammatizzare, ecco un aforisma di Einstein sulla dilatazione del tempo..."Quando un uomo (io) siede un'ora in compagnia di una bella ragazza (tu), sembra sia passato un minuto. Ma fatemi sedere su una stufa accesa per un minuto e mi sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività."  
Ecco il suo racconto.
"CIAO RAGAZZI... Vi racconto una STORIA, la pagina della storia della mia vita del 3 gennaio 2014.
Controllo che oggi sia proprio il 4 gennaio, ho sperimentato la dilatazione del tempo in questi giorni in cui ho effettuato, il 27/12, il sesto ed ultimo ciclo della chemioterapia; i giorni non passavano mai. Ieri sono stata a cambiare la pompa del farmaco che devo tenere per altri 7 giorni, ho però tutti i valori dell'emocromo bassi, forse non la cambiano!! Alle 12:00  parto per l'Ospedale con mio figlio, non me la sento di guidare per 50 km e sono tesa come un elastico … chissà? Arrivati all'Ospedale, aspetto 2 ore per la visita della dottoressa, mi riceve dopo le 15:00, si scusa dell'attesa, ha fatto la pausa pranzo ..non c'è problema chi è li è abituato ad aspettare...mi sorride e mi chiede come va … le dico che sto sperimentando la dilatazione del tempo..quello che non passa mai. Vedi i giorni che scorrono e tu stai sempre male e pensi: "Dai domani sarà migliore, invece ti ritrovi sempre li ad aspettare che passi un altro giorno."  Però questo non glielo dico all'oncologa, rimane solo nella mia testa.  Lei mi sorride e visiona gli esami del sangue, sono troppo bassi per procedere con la terapia, mi guarda di nuovo in viso si alza ed esce dall'ambulatorio...va dal primario a consultarsi, ritorna e mi dice: "I valori sono bassi, se vuole facciamo la prossima settimana ma se si sente effettuerà un'infusione con una dose minore di farmaco, dato che è l'ultima." Certo ci sto!! Nello scrivere la terapia sbaglia anno, scrive 2013, ed io : "Per lei è stato un bell'anno dottoressa, se lo tiene ancora in mente il 2013!" Mi risponde: "No signora, pessimo direi."  Anche per me dottoressa, le racconto solo due disavventure: oltre alla malattia che sto vivendo io, mio marito soffre di ipertensione polmonare ed è sostenuto con farmaci in vena 24 ore al giorno e mio papà è stato operato di cuore; queste sono le più grosse, tutte le altre non gliele risparmio. Lei mi risponde raccontandomi le sue traversie: " Incidente stradale all'inizio dell'anno; poi valori del sangue stranissimi, piastrine all'ennesima potenza, non si sa perchè a metà anno si scopre che ho una malattia rara; inoltre, prima di Natale ad un familiare scoprono  che ha un cancro in metastasi, non c'è niente da fare solo ricovero per malati terminali; in una settimana non mi riconosce più! Ho fatto dei consulti con i colleghi perchè io non ero lucida in quei giorni, troppo sconvolta, ora sto meglio si deve andare avanti ed essere forti. Procediamo con la sua terapia e faremo un controllo fra 40 giorni." La chiamano al cellulare, è suo fratello che la informa del ricovero del papà. Assisto a questo spaccato di vita di un'oncologa toccata nel profondo. La visita è finita...voglio dirle qualcosa: "Dottoressa le auguro di avere tutta la forza necessaria per superare questo momento."  Lei si alza oltrepassa la scrivania mi abbraccia e mi bacia e mi stringe forte....ecco è proprio questo che volevo...mi giro ed esco.
Condivisione del dolore? Essere capiti veramente fino in fondo? Non so, non provo vere proprie emozioni devo metabolizzarle, devo pensare ma non ci riesco. La mia flebo disintossicante, soluzione fisiologica e plasil aggiunta della pompa finisce alle 17:00, per le 18:000 sono a casa esausta e sfinita; sono ancora tesa come una corda che non vuole spezzarsi. Vado a letto, arriva mio marito che subito si preoccupa, non è niente gli dico. Quante volte è capitato anche a voi quando facevate la chemio? Alle 20:00 mi alzo, preparo la cena, la flebo ha fatto effetto, mangio brodo e tortellini ma gli spaghetti al sugo di granchio sono troppo invitanti e ne mangio due forchettate. Che vittoria mangiare e sentirne il gusto, il profumo, bevo anche un sorsino di vino, ah che soddisfazione!
La notte sono rimasta sveglia fino alle cinque e sapete benissimo quanti ricordi ci passano per la mente. Ascoltavo il respiro di mio marito, quanto gli voglio bene!  Molte altre memorie mi venivano in mente, ma una in particolare ve la voglio raccontare. Mi sono ricordata di un signore 90enne che mi veniva a trovare tutti i giorni in ufficio; mi raccontava di quando era giovane, della guerra, di essere stato partigiano e di come è riuscito a sopravvivere. Alla fine mi diceva sempre un suo motto: "MAI PAURA..SEMPRE!" Me lo ripeteva anche quando io gli raccontavo le mie preoccupazioni. Questa frase l'ho portata sempre nel cuore, però la ripetevo in maniera debole e mi dicevo: Si legge dall'inizio o dalla fine? Ebbene stanotte ho avuto un'illuminazione, ci sono voluti 20 anni e questo momento particolare della mia vita. Mi sono detta: "Devo ripeterlo come se fossi un soldato, ad alta voce con la cadenza dei partigiani quando si incoraggiavano  a vicenda."  E allora RAGAZZI: spalle in fuori, petto in dentro, mano sul cuore, noi siamo i partigiani nella lotta contro il cancer!
"MAI PAURA...SEMPRE!"
Mentre scrivo sono apparse le mitiche lacrime e tutte le emozioni che volevo tirare fuori  ... 

finalmente !!
Vi abbraccio e auguro a tutti voi una bella giornata e un sereno 2014."

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