sabato 22 novembre 2014

Sono in attesa della vertebroplastica





"Apparato e metodo per l'individuazione del cancro
nei tessuti" di Raymond Damadian nei primi anni 70
I medici dell'Ambulatorio Multisciplinare Osteoncologico mi hanno prescritto una Risonanza Magnetica (RM) alla colonna vertebrale con mezzo di contrasto per il crollo della L2 e per le parestesie alle mani. Sulle parestesie alle mani, che ogni tanto accuso, si erano fatte diverse ipotesi, non esclusa la chemioterapia, in particolare il platino. Ora invece, a seguito della RM, è probabile che le parestesie siano da attribuire alle lesioni alle vertebre cervicali. Ho effettuato la RM il 04/11/2014, è durata circa un'ora e, a causa dei rumori (nonostante i tappi alle orecchie) e  per un po' di claustrofobia, è alquanto fastidiosa. I medici dell'Ambulatorio Multidisciplinare, dopo aver esaminato il referto e le immagini, mi hanno proposto la soluzione che ritengo più semplice e meno invasiva: la vertebroplastica. Il 24 incontrerò il neuroradiologo interventista per decidere. La risonanza magnetica nucleare (RMN), in inglese Nuclear Magnetic Resonance (NMR), è una tecnica di indagine sulla materia basata sulla misura della precessione dello spin di protoni o di altri nuclei dotati di momento magnetico quando sono sottoposti ad un campo magnetico. Scoperta indipendentemente nel 1946 dai fisici Felix Bloch ed Edward Purcell, per cui ricevettero il premio Nobel per la fisica nel 1952. Nella foto "Apparato e metodo per l'individuazione del cancro nei tessuti" di Raymond Damadian nei primi anni 70.
Le indagini mediche che sfruttano la RMN danno informazioni diverse rispetto alle immagini radiologiche convenzionali: il segnale di densità in RMN è dato infatti dal nucleo atomico dell'elemento esaminato, mentre la densità radiografica è determinata dalle caratteristiche degli orbitali elettronici degli atomi colpiti dai raggi X (conoscenze difficili da comprendere per chi non ha studiato la fisica). Le informazioni fornite dalle immagini di risonanza magnetica sono essenzialmente di natura diversa rispetto a quelle degli altri metodi di imaging. Infatti sono normalmente visibili esclusivamente i tessuti molli ed è inoltre possibile la discriminazione tra tipologie di tessuti non apprezzabile con altre tecniche radiologiche. A differenza di altri metodi di indagine diagnostica (come la TAC o le radiografia), la risonanza magnetica non si basa sull’emissioni di radiazioni ionizzanti, bensì sull’utilizzo di campi magnetici; la risonanza magnetica rientra comunque nel grande insieme delle cosiddette tecniche radiodiagnostiche. Nel corso degli ultimi sono stati fatti passi da gigante nel processo di evoluzione tecnologica di questa interessante metodica e, attualmente, la risonanza magnetica può senz’altro essere considerata uno degli strumenti più importanti in campo diagnostico. Il campo di applicazione della risonanza magnetica è estremamente vasto ed essa risulta particolarmente utile nel diagnosticare condizioni patologiche che riguardino cervello, colonna vertebrale, addome, pelvi, grossi vasi, articolazioni, ossa, tessuti molli ecc. Il mezzo di contrasto che la brava infermiera mi ha infuso in vena è un composto a base di una sostanza chiamata Gadolinio (Gd). Tali mezzi di contrasto espletano la loro azione in modo completamente diverso da quelli iodati impiegati in radiologia. Infatti essi esaltano il contrasto tra i tessuti perché dotati di proprietà magnetiche; per questo sono chiamati paramagnetici. Essi, dopo essere stati somministrati per via endovenosa, si distribuiscono prima nei vasi sanguigni e poi anche negli spazi extra-vascolari. Vengono poi eliminati dai reni ed, in piccola parte, anche attraverso l'intestino. Le principali indicazioni all'impiego dei mezzi di contrasto paramagnetici riguardano le malattie del sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale), lo scheletro (tumori ed infezioni), cuore, fegato e reni.
Trovo su Wikipedia che spesso, in campo medico, si preferisce scrivere "risonanza magnetica" (RM) e non "risonanza magnetica nucleare" (RMN) omettendo la specificazione "nucleare", non indispensabile alla definizione, per evitare di generare equivoci e falsi allarmismi, spesso associati all'aggettivo nucleare e ai rischi di radioattività, fenomeni con i quali la RMN non ha nulla in comune. Gli unici lati negativi di questo tipo di esame sono essenzialmente due: la sua controindicazione per chi porta pacemaker, protesi con circuiti elettronici, neurostimolatori e altri tipi di protesi e il fatto che le apparecchiature per la risonanza magnetica (e la loro manutenzione) sono estremamente costose.

Gli scanner della risonanza utilizzano grandi elettromagneti alcuni dei quali si accendono e spengono velocemente durante la procedura di scansione. Anche se questi magneti non sono visibili il suono che fanno può essere molto forte. I suoni prodotti dallo scanner possono variare in volume e tono, a seconda del tipo di procedura in corso.

La mia colonna vertebrale

Le mie vertebre cervicali

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